Non c’era stato molto entusiasmo da parte della stampa italiana alla notizia di un pagamento di due sterline a favore dei giornali online giunta dal vicedirettore del Guardian, David Leig. La proposta di fare gravare sugli utenti della banda larga il peso della crisi dell’editoria italiana è stata ignorata da molti.
Tranne il Corriere della Sera, che oggi con un commento di Carlo Formenti ha avanzato rilievi sulla proposta. Ma il corsivo del quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli si è spinto su un terreno che un editorialista del Corriere come il bocconiano Francesco Giavazzi avrebbe sicuramente bacchettato per il tasso di statalismo
Due gli elementi dell’idea di Leigh che non convincono il giornalista: “Le due sterline non verrebbero sottratte ai super profitti delle telecom, che invece le scaricherebbero sui consumatori, inoltre farebbero lievitare i livelli della già pletorica tassazione indiretta che penalizza soprattutto i meno abbienti”, scrive Formenti.
Quindi la controproposta, ben poco giavazziana: “Forse spetta ai governati, se davvero temono per le sorti di una democrazia ‘azzoppata’ dalla fine dei giornali, ragionare su come e dove reperire le risorse necessarie a scongiurare la catastrofe”. Invece certamente l’editorialista del Corriere annovererebbe questa spesa nel novero dei costi da tagliare immediatamente.